Siamo solo di passaggio e mai nessuno che pulisce

Categoria: misantromondo Pagina 2 di 7

Centocinquantunesimo

Antefatto

La stagione 2011/2012 del Qube è stata caratterizzata da un valore aggiunto: alle serate rock del giovedì, quelle deliranti del venerdì, quelle di nuovo rock con birra “aggratiss” il sabato, si era aggiunta la serata del lunedì.

A Mordor le serate del lunedì, soprattutto per coloro che avevano passato la domenica chiusi in casa attaccati alla presa della corrente per ricaricare le batterie a terra dal weekend, erano un problema non di poco conto. Manciate di individui disperati alla ricerca del posto aperto e spesso si finiva in un bar predisposto ai tornei di scopa piuttosto che alla musica ed altro.
Questo problema Roma non lo percepisce, ma le serate del lunedì, nella discoteca sotto casa, cominciavano ad andare davvero forte.

Centoquarantanovesimo

Impressioni di settembre

Sto guardando fuori dalla finestra uno dei tanti tramonti rosarancio che offre senza parsimonia questa città quando il sole decide che è ora di fare luce altrove.
Succede che l’estate è alle spalle anche se oggi non sembra, a dire il vero è una giornata dall’anima appiccicaticcia e da alitate di drago, e sono un paio di settimane che tutto è cambiato.

Centoquarantaseiesimo

Ho avuto diversi giorni liberi subito dopo l’inizio poco cortese di questo venti-dodici tanto caro agli occultisti ed i consumatori di previsioni millenarie preconfezionate nella rivista gossippara della settimana.

Per quanto mi riguarda, è un anno bisestile, quindi rimanda all’ultimo bisestile disastroso ed a quello prima (stiamo tornando di quattro in quattro, se non ti tornano i conti), addirittura capace di servire l’acme pochi giorni dopo l’inizio dell’anno successivo, dando l’illusione di averla scampata. I bisestili, ultimamente, sono stati poco cortesi. Stronzi.

SpoT

E’ da ieri notte che rido.

Centoquarantatreesimo

A parte il fatto che ‘sta cosa della caduta dei greci prima, e dei latini poi, quest’ultima voluta dai barbari germanici mi sembra un film già visto, ma lasciamo perdere. Oggi volevo solo prendere in considerazione un paio di ICONE.

Centoquarantunesimo

Capitolo in cui non so bene dove cazzo voglio andare a parare.

Allora, non so esattamente da dove cominciare. Nel dubbio, comincio da dove mi viene da cominciare. Che poi è quello che faccio sempre. E che avrei fatto comunque.
Durante i periodi di particolare verve personale mi abbandono a cose non per forza primarie. Il soggetto non è acqua, ma è cibo. Non per forza primario poiché, in questo caso specifico, mi sono ricordato di non aver più affondato i denti dentro un piatto ben preciso, venuto a mancare poco prima di un giorno di giugno, per l’esattezza il fottuto quattro, dell’ormai lontano 2008.

Centoquarantesimo

A proposito di Vasco:

“ed hai ragione te
quando dici che sono un bambino
e che non sono maturo
ed hai vent’anni di meno”

Facciamo anche trenta, va là…

Forse gli psicofarmaci non bastano più.

Centotrentottesimo

Quest’anno ho visto il mare tre volte. In tutto.
La prima, di cui ho scritto, è stata l’apertura stagionale personalmente offerta da Monia.
La seconda è stata osservando quella curiosa creatura capace di annichilire ogni mia pulsione alla paternità, chiamata nipote: tanto bella, carina, a tratti irresistibile.  Come Satana.
La terza volta è stata pochi giorni fa, chiudendo la stagione – con Monia e Marco -, ma stavolta con un valore aggiunto.

Centotrentatreesimo

Ore 19.35 ca. Scolo l’ultimo goccio di aperitivo rosso fra cubi di ghiaccio. Le battute di Michele ad affettare i minuti che passano placidi. Quasi fine giornata e come unico pensiero la bistecca assicurata dal buon Millo da lì a poco. Tregua dopo una giornata, la precedente, di pioggia incessante, la schizofrenia metereologica dei giorni prima aveva deciso di spezzarsi per una più coerente giornata d’acqua, ma ora ci si trovava al punto di partenza. Caldo estivo e spruzzata sufficiente a rendere l’aria pesante quanto basta, mentre cammini, a toglierti la sensazione di respirare per una più inusuale sensazione di bere.

Centotrentunesimo

Durante la domenica lavorativa, mentre manifestavo un insolito buonumore crescente di spettatore in spettatore propinante le stesse domande esistenziali sulla durata di questa/quella pellicola, stavo leggendo il seno di Philip Roth. Ho rotto il digiuno sabbatico di sette giorni dalla scrittura e lettura (digiuno obbligato a causa di un appesantimento cerebrale dovuto ad una cura antibiotica discretamente sfiancante dopo un intervento chirurgico) per colpa del Sole 24 Ore ed il suo inserto a cinquanta centesimi. Siccome il seno ancora non l’avevo letto ed ero morbosamente incuriosito dalla prospettiva di leggere come quell’alchimista poco ebreo potesse descrivere le esperienze sensoriali ed umorali di un uomo trasformato in tetta gigante, ho ceduto.

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