Respira.
Prenditi qualche secondo a occhi chiusi e respira.
Respira di nuovo.
Adesso inspira, tieni il fiato dentro, impregnalo di tutta la negatività.
Espira.

Diciamo che come inizio 2022 non stiamo andando mal: mi pare la versione contemporanea del ‘900.

Non so se fa più strano sentire parlare di Unione Sovietica ai tg, nei talk show o la situazione in sé.
In quel grosso talent show che sta diventando tutto.

La voce spezzata dalla commozione del traduttore al Parlamento Europeo, gli stessi parlamentari commossi in uno spettacolo adatto al pubblico.
Perché il pubblico non è il Popolo.
E questo mi spaventa più di quanto non dovrebbe, perché se la strategia di comunicazione mi appare preconfezionata come la trama di un Got Talent a caso, qualcosa non quadra.

Come le prese di posizione, le scelte guidate dall’onda emotiva non hanno portato a nulla di buono.
Perché Churchill era preoccupato e non commosso.
Perché ho un immaginario politico che si distacca da quello che ho visto e che continuo a vedere da parte di chi mi dovrebbe rappresentare.

Perché nonostante tutto il fiume emotivo, la guerra che fa schifo, il popolo libero, l’oppresso e l’oppressore, la propaganda, la verità puttana, ci sono sempre dei titoli di borsa pronti a fare il balzo.

Magari sì o magari no, ma qualcuno poteva averlo previsto.