Misantropia.it

Siamo solo di passaggio e mai nessuno che pulisce

Centosessantaseiesimo

La prima volta che ho avuto a  che fare con un paio di sci avevo sei anni.
Gli zii mi portarono a Pila, in Valle d’Aosta, e durante il viaggio d’andata raccontai a mia zia il sogno che avevo fatto la notte prima di partire. Un sogno talmente coinvolgente e significativo che al giorno d’oggi non l’ho ancora dimenticato. Di questo ne parlerò un’altra volta.

Centosessantacinquesimo

Se il buongiorno si vede dal mattino.
Se chi ben comincia è a metà dell’opera.
Se Tutto sta nel cominciare.
Se Barba bagnata è mezzo rasa.
Insomma, se tutte quelle cose lì sopra, mi aspetta un anno vagamente allarmante.

Buone Feste!

(Perché la coerenza – con se stessi -, viene prima di tutto!)
 

Buone Feste!

Merry fucking Christmas! …And happy birthday Jesus!

Tre persone in questa foto sono molto più di quello che potete pensare. La quarta è proprio coglione come in foto!
Indovinate chi!

Centosessantaquattresimo

Spett.le, Es., Eg., Gent., Santa
Lucia
Via del Paradiso, 13/12
00000 Cieli (A L D I L A’)

Oggetto: proseguimento Epistolare Nostra con richieste, considerazioni, ordine del giorno, varie & eventuali, eccetera eccetera.

Centosessantatreesimo

Ormai è appurato: a noi occorre prendersi meno sul serio. Me lo ripetevano amici che vivono dall’altra parte del mondo, amici che vivono fuori dallo stivale, e ultimamente c’è pure stato un articolo su Meryl Streep che ci spingeva a prenderci meno sul serio.

Io meno sul serio mi prenderei molto volentieri, ma ci sono situazioni in cui scherzare viene veramente difficile.

Ciao Lou

 

Centosessantaduesimo

Il caldo del deserto. La devozione a Dio di certe persone materializzata in qualcosa di invisibile ma tangibile. Il fiato di Allah sul collo a ricordarti l’ora della preghiera. Il muezzin a squarciare il silenzio con la sua litania al calar del sole che brucia tutto. Il sole come l’orifizio di un’immensa creatura fatta d’inferno. Le cose inanimate dai colori sbiaditi, impietoso risultato di quel bagliore incessante. Un fabbro invisibile con un martello di luce. Le cose animate dai colori sgargianti, sfacciato risultato della materia organica. Scherzo ingegnoso di chi sa giocare con la luce riflessa.

Centosessantunesimo

La prima volta 2013

Ogni anno c’è la ricorrenza del primo incontro stagionale con il blu in movimento. E stavolta è capitato ridosso al mio natale. Ridosso ad un weekend che mi ha visto prendere l’indispensabile e cacciarlo a forza dentro lo zaino, per catapultarmi in un ambiente finalmente familiare, distensivo: il personale abbandono ai ritmi caotici di una settimana normalmente feroce.

Centosessantesimo

Ogni ricordo ha una sua rilevanza nella propria segreta scala emozionale. Spesso si è convinti di poter prevedere, o attraversare una determinata ricorrenza ormai consapevoli degli effetti: per quanto mi riguarda non c’è errore più grande. Ogni volta posso solo fare finta, per tutta la giornata, che sia tutto uguale. E quanto sia diverso è una consapevolezza che voglio tenere segreta.

Centocinquantanovesimo

Okay, ho ceduto all’uccellino azzurro. Forse anche per colpa di “Over the rainbow”.

Mi hanno dato una mano a muovere i primi passi: sono arrugginito con certe cose e devo sgrassarmi di dosso alcune timidezze tecnologiche che non mi sono mai appartenute, ma che, a quanto pare, mi si sono incrostate addosso.

I miei primi followers – che pensavo semmai dovessero essere persone a cui dovevo dei soldi -, sono gli Endless Coma. Un buon preambolo.

Aspetto i Neverendig Catatonic per chiudere il cerchio: abbiamo fatto trenta, facciam trentuno.

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