Siamo solo di passaggio e mai nessuno che pulisce

Categoria: misantromia Pagina 3 di 12

Centoquarantanovesimo

Impressioni di settembre

Sto guardando fuori dalla finestra uno dei tanti tramonti rosarancio che offre senza parsimonia questa città quando il sole decide che è ora di fare luce altrove.
Succede che l’estate è alle spalle anche se oggi non sembra, a dire il vero è una giornata dall’anima appiccicaticcia e da alitate di drago, e sono un paio di settimane che tutto è cambiato.

Centoquarantottesimo

Festa della mamma

Orchidea Bianca

Centoquarantasettesimo

Quindici Aprile Ventidodici ore tre e tredici minuti.

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[…]
[…]

Certe volte non avere le idee chiare serve. Ti toglie e ti dà un limite. Ti mette dentro ad un recinto che mai e poi mai avresti voluto prendere in considerazione ed allo stesso tempo non riesci a scorgerne i confini. Stai cercandoli con la speranza di non trovarli, al contempo confidi in un qualsiasi turbamento e all’atarassia.

Centoquarantacinquesimo

Messaggio per una lettrice occasionale.

Ovvero:

l’irrilevante, non assiomatico e trascurabile prontuario agli eventi in cui se stessi non si è più una cosa sola, ma diverse entità non propriamente d’accordo.

Centoquarantaquattresimo

Esim Egr Gent Cariss
Santa Senti Lucia, parliamone.
E’ vero, lo scorso anno hai realizzato quasi tutte le mie richieste – non che il corsivo sul “quasi” stia a sottolineare una svista particolare -, devo ammetterlo, ma se il prezzo da pagare era questa situazione economica prima fammi una controproposta. Valuto se avanzare richieste. E magari giro la faccenda all’avvocato e ve la vedete fra di voi.
Via le mani dal sacchetto di cenere e pure dalla borsetta del carbone, stavo scherzando. Non serve cavarmi  gli occhi né alcuno spargimento di sangue.

Centoquarantunesimo

Capitolo in cui non so bene dove cazzo voglio andare a parare.

Allora, non so esattamente da dove cominciare. Nel dubbio, comincio da dove mi viene da cominciare. Che poi è quello che faccio sempre. E che avrei fatto comunque.
Durante i periodi di particolare verve personale mi abbandono a cose non per forza primarie. Il soggetto non è acqua, ma è cibo. Non per forza primario poiché, in questo caso specifico, mi sono ricordato di non aver più affondato i denti dentro un piatto ben preciso, venuto a mancare poco prima di un giorno di giugno, per l’esattezza il fottuto quattro, dell’ormai lontano 2008.

Centotrentottesimo

Quest’anno ho visto il mare tre volte. In tutto.
La prima, di cui ho scritto, è stata l’apertura stagionale personalmente offerta da Monia.
La seconda è stata osservando quella curiosa creatura capace di annichilire ogni mia pulsione alla paternità, chiamata nipote: tanto bella, carina, a tratti irresistibile.  Come Satana.
La terza volta è stata pochi giorni fa, chiudendo la stagione – con Monia e Marco -, ma stavolta con un valore aggiunto.

Centotrentasettesimo

Dopo un’accesa conversazione riguardo al popolo internauta, i suoi gusti, e sue ricerche – il tutto correlato da considerazione a livello statistico -, ho deciso di buttare giù un pezzo, anche nonsense, al solo scopo di far impennare le visite di questa pagina.

Premetto che attualmente il post più visitato di sempre rimane il post numero nove, quello relativo al figomane. E chissà il perché?

Centotrentacinquesimo

A te che fai quello che fai
A te che sei quello che sei
A te che queste parole non leggerai mai
A te che nonostante tutto sei nei fatti miei

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