Siamo solo di passaggio e mai nessuno che pulisce

Categoria: misantromondo Pagina 5 di 7

Cinquantaseiesimo

De gustibus…

Attenzione, il post che segue é colmo di citazioni poetiche. Se siete sensibili lasciate perdere.

Appurando la differenza che corre tra noi coinquilini, questo è stato battezzato come il fine settimana “de-gustibus”, dove piuttosto che discutere fino alla morte su idee e costumi totalmente diversi tra di noi, si tende a tappare il principio di diatriba con un de gustibus…

Anzi Degustibus…

Questo è stato il primo ed ufficiale fine settimana degustibus

Solitamente posso attribuire con una sorta di preveggenza l’imprevedibilità di un fine settimana. Lo intuisco dai piccoli segnali percepiti all’avvio della prima serata.

Quello passato è da annoverare sicuramente tra i fine settimana più imprevedibili. Da impacchettare e da tenere da parte con attenzione affinché non si sciupi.

Il primo chiaro segnale di inusuale è arrivato senza nulla di eclatante, ma sortendo lo stesso un effetto  di stupore.

Trovarsi in Trastevere e venire improvvisamente colti dall’odore di carne cotta alla brace, svoltare l’angolo sui sampietrini umidi e trovarsi davanti una facciata fatiscente con delle enormi fiaccole accese.

Cinquantatreesimo

Passeggiando per Roma.

Una persona una volta mi disse che in questa città, se tenuti gli occhi abbastanza aperti,  c’é il modo di sorprendersi ad ogni angolo svoltato. Per un particolare, per due persone alle prese con chiacchiere da passeggio, per quanto ha da offrire nella sua maestosità.

Un’altra persona riuscì a spiegarmi un allettante (nel desiderio di viverla) modo di interpretarla scrivendomi un pensiero: “Ci sono tre itinerari per visitare Roma.
Il primo è di circa tre giorni, per quelli che semplicemente vogliono dire di esserci stati.
Il secondo è di circa un mese, per quelli che vogliono dire di averla vista.
E l’ultimo che dura tutta la vita, per quelli che vogliono dire di conoscerla quasi tutta.

Così, passeggiando per Trastevere e zone limitrofe, si possono osservare cose insolite.

Quarantottesimo

Ora, non é che io non voglia crederle, però si é contraddetta ogniqualvolta abbia aperto bocca almeno due volte.

Parlo di Amanda.

Image Hosted by ImageShack.us

La verità é che io le invidio tantissimo il cognome, anche se in questo periodo é più deletereo che altro.

Image Hosted by ImageShack.us
Mickey e Mallory Knox in Natural Born Killers

Quarantaseiesimo

Alla fine sono andato a vedermelo.

Trenta minuti di coda in temperatura discesa-stellare, ma ne valeva la pena.
Valeva più che altro per guardare il rifiutato, il reietto dalla televisione farmi provare un senso di leggera vertigine nella standig ovation iniziale e finale.

Già fuori, nell’attesa, le telecamere del TG3 – grazie al cielo – catturano Saverio, coinquilino e Vincenza (amica al seguito), ovviamente i meno informati a riguardo.
Ci sono voluti centoventi secondi per far capire a Vincenza che “la” Luttazzi, non trattasi di Sabina Guzzanti, da lei già vista a seguito dell’ennesimo allontanamento dalla tv, ma “il” (milanesismo) Luttazzi, Daniele, il bimbo terribile della satira italiana.

Quarantaquattresimo

Ci risiamo. Ecco, ci risiamo. Un’altra volta. E questa volta l’altarino si è sfasciato, non ci sono più editti bulgari, non c’è più solo la destra a destabilizzare il già precario equilibrio della libertà d’espressione in Italia.
Ora c’è un’emittente televisiva privata, e, pensavo fino a ieri, finalmente libera.

Cazzate.

Image Hosted by ImageShack.us

Cominciamo a prendere un dato di fatto – noi – e a smettere di farci prendere per il culo da loro.

Trentasettesimo

Non riesco davvero a capire cosa abbia la vicina da guardarmi in quel modo. Sembro pazzo? No, sono solo sul mio balcone.

Tutto é cominciato qualche giorno fa, o meglio, la notte, o – meglio ancora – la mattina.

Quando mi alzo alla mattina, come la maggior parte delle persone, ci metto un po’ prima di realizzare una serie di cose che mi riguardano:
1-chi sono
2-da dove vengo
2.1 dove sono
3-cosa faccio
4-cosa devo fare.

Sotto il getto della doccia le mie sinapsi prendono a reagire come i lombrichi dentro i barattoli delle esche da pesca, e lentamente comincio a dare risposta almeno su un paio di quei punti: chi sono e cosa faccio.
Per capirne i restanti ci vuole l’uscita dalla doccia – e relativa goduria di aria sul mio corpo fradicio in questi giorni di afa insopportabile.

Trentaquattresimo

Ed eccomi di nuovo su di un treno.
Di ritorno questa volta. Rientro a Mordor per vacanze assegnate sulla tabella di marcia.
Benché sia tra le festività cattoliche quella che sento di meno, mi fa stare a casa un giorno in più, il che va bene.

Sono di rientro dopo un periodo di lavoro massacrante dove le mie otto ore ordinarie le ho fatte quando c’era un concerto assolutamente imperdibile, in cui ho posto dei paletti insormontabili in ufficio, spiantato il picchetto e preparato l’assetto da concerto già prima di andarmene.

Sono tornato a fare un lavoro che di fatto avrei preferito non fare mai più, ma si sa, nella mia vita ci sono delle piccole maledizioni capaci di aspettare il momento propizio per rispuntare fuori e ripresentarsi lì davanti proprio mentre tu stai guardando dietro per vedere se le hai seminate.
Sì, ho di nuovo un ufficio, una scrivania, questa volta un monitor piatto Samsung da una vagonata di pollici ed una comoda poltrona con rotelle: un sogno! …quando avevo diciott’anni, qualche brufolo in più e qualche pelo in meno.
Mi ero ripromesso di “stare alla larga da certi ambienti” mi ci sono ritrovato a pesce.
Il fatto é che io ci ho provato.
Ho provato davvero a fare altri lavori, ma il risultato non è stato dei più esaltanti.

Trentatreesimo

Dico di qua, dico di là ma non si dice un cacchio. Oggi mi sento nazionalPolemico. Ed in qualche modo dico… – hem, ne stanno abusando – esprimo la mia opinione riguardo all’ennesima inutile polemica politica in un paese sempre più divertente ed impolverato di goliardici accompagnamenti in stile rigorosamente volgare.
Non perdete il filo, un senso ce l’ha: da noi la politica non è mica roba da Lord e parlamentari, mica roba da democratici e repubblicani, né da rappresentanti del popolo che civilmente portano avanti i programmi offerti a chi alla fine li ha votati. No, da noi politicamente si ragiona come nel calcio, marcature a zona (da destra a sinistra), oppure a uomo (per far numero), in difesa, in contropiede, cercando di schiacciare l’avversario, ed il tutto condito dalle rispettive tifoserie che davvero hanno troppo spesso poco di diverso dai cugini sulle curve.

Trentaduesimo

Con una resa incredibilmente longeva – per quanto mi riguarda – qualche giorno fa ho concluso una delle esperienze più illuminanti della mia ancora (grazie al Cielo) breve esistenza.
Era il diciassette maggio 2004 quando entravo a piè pari in quello che doveva essere un “anno sabbatico”, rivelatosi poi un periodo ben più gonfio, per motivi che a tutt’ora – sono mediamente (in questo momento) “a-caldo” – non saprei spiegare.

Cominciai a capire che quel lavoro mi avrebbe insegnato qualcosa quando, a seguito di una piccola ustione alla mano, andai dal mio diretto superiore a lamentarmi del danno.
“Guarda, mi sono scottato la mano!” gli dissi.
“E té ‘ndu séret?” (e tu dov’eri?) mi rispose.

La mia storia si svolge all’interno di una contraddittoria (per svariati motivi) grossa industria chimica del nord Italia. Nomi e riferimenti reali li ometto, ho già troppe beghe legali da risolvere senza bisogno di aggiungerne altre, ma tutto quanto scritto qui, vi posso assicurare, corrisponde al vero.

Trentunesimo

Sessioni fuori tema, realizzando nella mia area epidermica un paio di taglie in meno ho avuto la grazia (sia ringraziata Sua graziosità) di poter poggiare le superfici plantari in prossimità di colline ospitanti borghi dai nomi fiabeschi ( es: Settecolli, Controguerra, Cavatassi [uh?!], Colle Luna, Villa Volpe eccetera eccetera, insomma, mancavano solo Fantasia e la Città di Smeraldo per essere al completo) e poter vedere, a sfogo personale, l’effetto del mare senza tutta quell’inutile calca estiva.

Pagina 5 di 7

Powered by WordPress & Tema di Anders Norén